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L’emergenza sanitaria ha fatto crescere la diffusione di strumenti digitali nel mondo della salute, accelerandone anche la conoscenza e l’uso nelle diverse fasi del percorso di cura da parte sia dei pazienti sia dei medici sia delle strutture sanitarie.
Non per nulla sono diverse le proposte che vanno in questa direzione: si va dalle app che consentono di comunicare con il medico, di prenotare visite ed esami alle piattaforme di telemedicina con cui è possibile fare consulti con specialisti, monitorare le cure e lo stato di salute.
I pazienti e i medici sono sempre più connessi. Secondo i risultati della ricerca dell’Osservatorio innovazione digitale in sanità della School of management del politecnico di Milano, sta aumentando l’importanza dei canali digitali per ricercare informazioni sanitarie.
Tra gli strumenti digitali che possono essere utilizzati nel sistema sanitario, le app per la salute possono essere un valido supporto nelle fasi di prevenzione, cura e follow up e sono particolarmente apprezzate dai pazienti perché usandole sono più consapevoli della propria patologia e del proprio stato di salute in generale (46%) e perché li aiutano a rispettare il proprio piano di cura (42%).
Per quanto riguarda la telemedicina, il servizio più gettonato è il teleconsulto (lo usa il 47% degli specialisti e il 39% dei medici di medicina generale), che attira anche l’interesse in prospettiva di 8 medici su 10. Seguono la tele-visita (39%) e il tele-monitoraggio (28% degli specialisti e 43% dei medici generici). Questi servizi sono ancora poco usati dai pazienti, non tanto per mancanza di interesse ma a causa di un’offerta ancora limitata. La telefonata o la videochiamata di controllo con il medico sono ancora la modalità più utilizzata per il monitoraggio a distanza dello stato di salute (nel 23% dei casi). Inoltre, dalla ricerca risulta che è ancora marginale l’uso di servizi di telemedicina strutturati, come la tele-visita con lo specialista (8%), la tele-riabilitazione (6%), il tele-monitoraggio dei parametri clinici (4%).
Fonte: ItaliaOggi